Mappa - Santa Sofia d'Epiro

Santa Sofia d'Epiro
Santa Sofia d'Epiro (Shën Sofia in arbëreshe ) è un comune italiano di 2,384 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria situato a 558 metri di altitudine sul versante nordoccidentale della Sila Greca, sulla riva destra del fiume Crati.

È un comune arbëreshë (italo-albanese) della Calabria e conserva ancora oggi le tradizioni trasmesse dagli albanesi stanziati nel comune, quali l'antica lingua albanese, il rito bizantino-greco (proprio degli arbëreshë), i costumi, gli usi e le tradizioni tipiche.

Inserita in una riserva naturale, mantiene la sua fisionomia architettonica medievale d'origine, con una forte impronta balcanica. Oltre ad un importante museo del costume albanese, è presente un'accademia dell'arte e della musica. Numerosi sono i gruppi che si applicano alle ricerche metriche musicali, e due in particolare dall'inizio del secondo millennio suonano e cantano in albanese, riprendendo i canti tradizionali polivocali e la tradizione musicale e culturale arbëresh.

La fondazione di Santa Sofia d'Epiro è anteriore alla venuta degli albanesi di rito bizantino (o greco) provenienti dalla regione della Ciamuria (Epiro) nella Calabria Settentrionale alla fine del XV secolo, essa fu infatti costruita vicina ad una piccola masseria abbandonata preesistente.

Il vasto arco di colline che si estende a nord-est di Bisignano e scende fino al fiume Crati, fu diviso fin dal Medioevo in cinque grosse contrade: la Terra di Santa Sofia ed i casali di Musti, Appio, San Benedetto e Pedilati, infeudate ai vescovi di Bisignano da Papa Celestino III con la bolla del 13 aprile 1192 e dal re di Napoli Tancredi IV. Altri riferimenti archivistici ci informano dell'esistenza di questi piccoli centri abitati: in un registro contabile nel 1268, tra "Sanctus Benedictus" e "Alimusti" è inserito il nome di "Sancta Sofia" seguito da "Apium"; nel 1269 secondo una cedola angioina la popolazione di Santa Sofia risulta composta da 213 persone; nel 1276 il numero ufficiale di fuochi (famiglie) del casale è di 50; nel 1331 dalla Platea dell'archivio Vescovile di Bisignano abbiamo notizie del Casale di Pedilati.

Un'altra importante conferma si trovava in un'iscrizione risalente all'epoca di Mario Orsini, vescovo di Bisignano (1611-1624), collocata nel Palazzo dei Vescovi Baroni di Santa Sofia, nel 1622 uno dei suoi successori, Mons. Bonaventura Sculco (1745-1780), fece fortunatamente riprodurre nel 1750 in un atto notarile prima che venisse distrutta durante i lavori di ampliamento del palazzo.

Riguardo all'origine bizantina di Santa Sofia si deve effettivamente considerare che verso l'anno 869 i Bizantini fecero irruzione nei confini del Principato Longobardo di Salerno occupando Cosenza, Bisignano e Rossano, è probabile quindi che un esiguo gruppo di soldati fermatosi sulle colline poco lontane da Bisignano, avrebbe dato origine ad un minuscolo nucleo di abitazioni, attribuendogli il nome di Santa Sofia. Dopo un iniziale momento di sviluppo e di accrescimento demografico le cinque borgate vennero spazzate via dalla tremenda epidemia di peste che infierì sulla Calabria alla metà del XIV secolo, i danni della peste furono aggravati dai numerosi terremoti, tra i quali il più disastroso fu quello del 1450.

I feudi del Vescovo di Bisignano rimasero desolatamente vuoti ma, ciò che più conta, assolutamente improduttivi, fu questo uno dei motivi per cui Mons. Giovanni Frangipani, Vescovo di Bisignano dal 1449 al 1475, favorì dal 1472 nelle sue terre, l'insediamento di un gruppo di albanesi provenienti dall'Epiro. Negli stessi anni Girolamo Sanseverino (1471-1478) era Principe di Bisignano.

La già citata epigrafe del 1622 del Palazzo Vescovile (1595) di Santa Sofia faceva risalire l'insediamento della Comunità di Albanesi a 150 anni prima della collocazione dell'iscrizione, ovvero nel 1472. Da questo momento gli Albanesi si trovarono irrimediabilmente invischiati nella rete di obbligazioni e tributi fiscali che gravavano sulle popolazioni dell'Italia Meridionale in quel particolare momento storico. Essi risultarono sottomessi sia al Vescovo di Bisignano che al Principe Sanseverino e ad ambedue dovevano corrispondere decime su tutte le loro attività. Inoltre il Vescovo esercitava sulla popolazione la giurisdizione civile e religiosa, mentre il Principe controllava l'ordine pubblico nel feudo.

Per regolarizzare la loro posizione giuridica e per difendersi dai soprusi dei gabellieri, gli albanesi di Santa Sofia contrassero nel 1530 Capitolazioni con il Principe di Bisignano Pietro Antonio Sanseverino, redatte in Morano il 1º agosto 1530. Nel 1586 i Sofioti stipularono altri statuti con il Vescovo Mons. Domenico Petrucci (1584-1598) e precisamente il 26 settembre 1530 in Bisignano presso il Notaio Marcello Baccario. Altro importantissimo documento è la Platea dei beni dell'episcopato bisignanese, redatta dal canonico tesoriere della cattedrale Mons. Francesco Domenico Piccolomini (1492-1530). 
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Paese (geografia) - Italia
Bandiera d'Italia
L'Italia ( AFI :, ), ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato membro dell'Unione europea, situato nell'Europa meridionale e occidentale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare unitaria e conta una popolazione di circa 59 milioni di abitanti, che ne fanno il terzo Stato dell'Unione europea per numero di abitanti. La capitale è Roma.

Delimitata dall'arco alpino, l'Italia confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; la penisola italiana si protende nel mar Mediterraneo, circondata dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, e da numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di. Gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino sono enclavi della Repubblica, mentre Campione d'Italia è un'exclave italiana.
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